EL DIA DE LOS MUERTOS’

Una ‘ofrenda’ tradizionale

Una ‘ofrenda’ tradizionale

Donne vestite da ‘Calavera Catrina’

Donne vestite da ‘Calavera Catrina’

‘El Dia de los Muertos’ in un villaggio messicano

‘El Dia de los Muertos’ in un villaggio messicano

 

EL DIA DE LOS MUERTOS’ - CODICE ISPIRAZIONE DI VIAGGIO: TF4MXG7321

Questa volta vi portiamo in Messico per approfondire la conoscenza e scoprire i simboli di una celebrazione di cui probabilmente avrete sentito parlare: ‘El Dia de Los Muertos’, una delle feste messicane più conosciute al mondo.

Si celebra dal 31 ottobre al 2 novembre e coincide con il nostro ‘Giorno dei Morti’ ma rispetto a noi, che ricordiamo le persone amate defunte con dolore e nostalgia, celebra la morte senza paura, con allegria e divertimento. Di fatto rappresenta una celebrazione non solo dei cari che non ci sono più, ma anche della vita.

 

Il Dia de Los Muertos ha origini antiche, addirittura precolombiane: per Aztechi e Toltechi la morte era una naturale continuazione della vita e consideravano il lutto irrispettoso per i defunti, che erano ancora membri della comunità, tenuti in vita nella memoria e nello spirito.

 

Va chiarito che non stiamo parlando di una versione messicana di Halloween; pur con alcuni aspetti in comune, le due ricorrenze differiscono per significato e tradizione. Per Halloween gli spiriti sono malevoli mentre nel Dia de Los Muertos, gli spiriti sono accolti con gioia: sono i membri della famiglia che tornano in mezzo ai vivi una volta all’anno.

La folla in festa si riversa nelle strade e nelle piazze giorno e notte, in un’esplosione di gioia di vivere, piena di colori vivaci, fiori, cibi deliziosi e offerte ai cari defunti. Persone di tutte le età vestite da scheletri o con i volti dipinti ad arte per assomigliare a teschi, indossano grandi cappelli e costumi eleganti e variopinti.

 

Il fulcro delle celebrazioni è una ‘ofrenda’ (altare), allestito nelle case, nelle piazze e nei cimiteri. Altari che rappresentano la porta tra la vita e la morte: hanno lo scopo di accogliere gli spiriti nel regno dei vivi e per questo vengono ricoperti di offerte, acqua per dissetarsi dopo il lungo viaggio, cibo, foto di famiglia e una candela per ogni parente morto. Ogni offerta ha un preciso significato: il papel picado (strati di carta a forma di scheletro) rappresenta vento e fragilità della vita; il doppio colore (solitamente giallo e viola) la dualità di vita e morte; i semi di mais, cacao ecc. rappresentano la Terra, le candele il fuoco, il fumo dell’incenso trasporta le preghiere e purifica l’aria. Vengono deposti sull’altare teschi di zucchero, il pan de Muertos e i cempasuchiles (calendule). Tra le ofrendas più spettacolari vi è quella in memoria di Frida Kahlo nella Casa Azul, la sua casa/museo a Coyoacán (sobborgo di Città del Messico).

 

Uno dei simboli più importanti del Dia de Los Muertos sono le ‘calaveras’.

Calavera significa teschio, ma nella cultura messicana ha un significato molto più profondo. Si vedono in tutto il Messico, dalle incisioni delle rovine preispaniche di Aztechi e Maya fino agli odierni graffiti, quadri, abiti, gioielli, adesivi e tattoo.

Le calaveras ci ricordano di celebrare vita e mortalità, di guardare a passato e futuro, rimanendo però nel presente. Ci ricordano di vivere ogni momento al massimo, di affrontare la nostra morte con un sorriso, confidando nell’immortalità.

Poi ci sono le calaveras dolci: caramelle, cioccolatini e biscotti a forma di teschio.

Esiste anche un altro tipo di calaveras: poemi umoristici, versi popolari che raccontano storielle scherzose su personaggi famosi, politici e persone care.
Ma veniamo al personaggio simbolo di questa ricorrenza, la Calavera Catrina, Signora del Giorno dei Morti.

Fece la sua prima apparizione in epoca azteca: era la dea Mictecacihuatl, regina degli Inferi e protettrice delle ossa dei defunti.

Venne poi riproposta nel 1910-1913 in un’acquaforte, dal vignettista José Guadalupe Posada; in un’immagine satirica prendeva in giro i nativi messicani che durante la pre-rivoluzione si atteggiavano ad aristocratici europei, indossando abiti francesi.

Oggi compare ovunque, con mille varianti di travestimento e altrettante riproduzioni artistiche o meno, di tutti i tipi.

 

Visitare il Messico nel periodo del ‘Día de los Muertos’ significa regalarsi un’esperienza straordinaria, immergersi in un’atmosfera che sa di passato e vivere da vicino usanze e tradizioni di un paese tutto da scoprire. Però ricordate che non state assistendo a uno spettacolo turistico e siate sempre rispettosi, ma non limitatevi a guardare e fotografare: lasciatevi coinvolgere e accettate gli inviti delle famiglie. Per partire preparati vi suggeriamo di guardare il film Coco della Disney, vi darà un’idea di cosa vi aspetta e, una volta sul posto, godetevi la festa!

Prima di concludere, sappiate che dal 2008 ‘El Dia de los Muertos’ è Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità UNESCO.

 

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